Bagni chimici per il concerto di Vasco a Modena con 220 mila spettatori.

Bagni di folla

Perché i bagni chimici non bastano mai?

Il meccanismo è pressoché conosciuto dalla totalità della specie umana: sete, introduzione di liquidi, digestione, vescica piena, pipì. Anche durante gli eventi il meccanismo è lo stesso, cambia solo un po' quando c'è il solleone, si beve e si suda, ma la vescica quando chiama chiama. Se poi 50000 persone accorrono assetate di musica ad un concerto, diventa un problema.

Due panini e "le birre le prendiamo lì" che tanto le bottiglie non si possono portare. Il consiglio spassionato, da tanti festival e concerti a cui ho partecipato, è che i liquidi si fa prima a sudarli se non si vuole passare tutto il tempo del concerto a fare la fila - stranamente sempre più lunga di quella alle poste - ai bagni chimici. Tra l'altro, il problema "gender" è reale nei concerti: un uomo può trovare soluzioni ingegnose o esibizioniste, una donna meno.

Qualche giorno fa è arrivato un commento (sul Corriere) di D'Alessandro e Galli, promoter dell'evento dei Rolling Stones a Lucca il 23 Settembre: "Era la prima volta che veniva usata l'area delle mura per un concerto […] (I bagni chimici) erano 225, più che sufficienti, ma forse andavano distribuiti in altro modo". Secondo la normativa UNI EN16194, per solo 20,000 persone, in un evento che duri meno di 6 ore, servono almeno 250 bagni chimici. Nel caso di somministrazione di bevande alcoliche il numero aumenta del 30%: 325.

Nel caso particolare di Lucca, il numero corretto calcolato UNI sarebbe di 910 servizi igienici. Se usiamo però le tabelle americane della PSAI per un evento di 4 ore con bevande servono circa 340 moduli. Perché questa enorme differenza? E chissà perché il Codacons quell'esposto in Procura lo ha fatto solo ora e non per gli innumerevoli concerti che – conti alla mano - non hanno rispettano le norme? Ecco perché: la norma indica il numero di bagni per eventi fino a 20,000 persone; oltre quel numero, dice la norma: "valutare caso per caso". Chi deve valutare? L'organizzatore? Bene, quindi pochi, che costano cari.

Se 225 sono più che sufficienti, le code saranno lunghe e diventeranno infinite quando i problemi di vescica sono contemporanei al tuo pezzo preferito. È vero, un concerto rock è scomodo per definizione - ed è parte dell'esperienza. I promoter potranno anche commentare che i biglietti in Italia sono sempre meno cari che all'estero, ma un bagno non si dovrebbe negare neanche al peggior nemico! Per fare un altro esempio recente: al concerto di Vasco a Modena, con 220,000 persone, c'erano 1,000 servizi nella venue e 500 altri bagni chimici disposti in città, più o meno il numero consigliato da PSAI. Il numero corretto invece secondo le norme UNI sarebbe stato 3,575.

Il problema non è solo il numero, ma anche la praticità: il bagno chimico è scomodo, ma esistono soluzioni per renderlo più comodo e veloce da usare. Svelo giusto una curiosità: i bagni chimici che troviamo nelle frequentate aree bagno dei concerti hanno tutti il soffitto bianco, per un motivo semplice: la plastica bianca lascia entrare la luce. Il perché dell'assenza di un faretto alogeno posizionato sopra i bagni chimici, negli spettacoli notturni, è un mistero che diventa emergenza solo quando entri dentro quella agghiacciante stanza di sollievo. Gran parte del tempo passato in quegli spazi angusti è a localizzare la silhouette del vaso. Altro annoso problema: l'appendiabiti. Non c'è mai l'appendiabiti. Chi va ai concerti, soprattutto i festival, ha sempre uno zaino o una borsetta in spalla. Spesso delle soluzioni semplici cambiano tutto. E con dei bagni chimici "veloci" potremo finalmente modificare anche le norme UNI, per la felicità di tutti.